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Sindrome di Asperger: cos’è e come influenza la vita di un individuo che ne è affetto

La Sindrome di Asperger (SA, o AS in inglese) è definita come un disturbo pervasivo dello sviluppo, simile all’autismo e considerata di solito una forma dello spettro autistico ad alto funzionamento. Per saperne di più su questo disturbo celebre, segui tutto l’articolo.

Il termine “Sindrome di Asperger” venne coniato dalla psichiatra Lorna Wing in una rivista medica del 1981; essa lo chiamò così in onore di Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco, il cui lavoro, scritto in tedesco nel 1944, non venne riconosciuto fino agli anni novanta.

Le persone portatrici di questa sindrome (le cui cause sono ancora sconosciute) sono caratterizzate dall’avere un persistente problema nelle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi, attività ed interessi ristretti. A differenza dell’autismo, non si verificano problemi particolari con lo sviluppo del linguaggio e quello cognitivo.

Le caratteristiche ricorrenti nell’ambito affettivo, comunicativo e relazionale in generale sono: tendenza all’isolamento, incapacità di interagire verbalmente a sufficienza, conversazione noncurante delle reazioni altrui, mancanza di empatia, preferenza della razionalità, bassa soglia di tolleranza.

Per quanto riguarda l’area sensoriale e motoria, si manifestano disturbi come ridotta o eccessiva sensibilità al tatto, difficoltà di recezione di informazioni che provengono dall’uso di più canali sensoriali (e preferenza di un unico canale), goffaggine motoria e mancanza di coordinazione nel movimento.

L’area cognitiva comprende l’uso del solo proprio schema di apprendimento, tendenza alla catalogazione, difficoltà di comprensione del linguaggio specifico, eccessiva attenzione per il dettaglio, iperlessia, disprassia, disgrafia, prosopagnosia, gusto per l’umorismo, rifiuto dell’omologazione.

Infine, l’area dell’autonomia: si verifica un eccessivo attaccamento alla routine, scarsa autonomia propria, difficoltà di attenzione, controllo, concentrazione, organizzazione ed esecuzione multipla di vari compiti, difficoltà di scegliere senza prendersi del tempo e di prevedere cambiamenti nei propri piani o saper progettare nella giusta maniera il proprio futuro.

Nella scuola primaria, questa sindrome spesso non viene notata, e quando un bambino la manifesta può diventare vittima di bullismo e isolamento sociale. I forti interessi che nutrono le vittime di questa sindrome possono essere un valido aiuto per la crescita dell’autostima, lo sviluppo e l’inclusione nella scuola. I problemi peggiori si presentano maggiormente nella scuola secondaria e all’Università.

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